BRUCE SPRINGSTEEN: Lost And Found
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05/07/2025Selections From The Lost Albums Tracks II - Non è un caso la scelta della prima traccia “Follow That Dream”, cover di Elvis Presley scritta da Ben Weisman e Fred Wise, già eseguita da Bruce live in più occasioni a ricordare l’impatto, l’episodio che gli cambiò la vita. Springsteen aveva nove anni quando vide Elvis all’Ed Sullivan Show. Sorge lì il bisogno di completarsi con una chitarra comprata ad un banco di pegni per 18 dollari. Ne cambia il testo, la riplasma, e da un rock‘n'roll dà vita ad una poesia. E’ una canzone per chiunque cerchi il proprio diritto a vivere! Con le successive “Sevent Tears” e “Unsatisfied Heart” si ritorna al periodo ‘82-‘84 (‘Nebraska’/’Born In The U.S.A.’). Alla domanda “si può vivere con un cuore insoddisfatto?” (“Unsatisfied Heart”), la risposta arriva in musica. Con l’elettronica di “Blind Spot” (batteria in stile hip-hop), in sottofondo un grido maschile campionato (sembra quasi frustato), Bruce si concentra sulle difficoltà dei rapporti tra le persone e sugli aspetti più oscuri delle stesse che, spesso, tendono a plasmare le stesse relazioni, rendendole più complicate. L’ingresso della chitarra elettrica, pulita e moderata, sembra essere un “togliere occasione”. Con la preziosa e stratosferica “Something In The Well” la poetica delle parole scorre serena sul dondolio dell’arpeggio silenzioso. In sottofondo il tempo che avanza come il ticchettio di un orologio. Bruce paragona la testa di un uomo ad un pozzo dove buttare segreti mai raccontati e dove far annegare parole mai dette. La rivalsa di questo “decadente” uomo sta nel rappresentare la distruzione di tutto quanto possa rimanere intrappolato nella propria testa, riuscendo a percepire l’altro, il proprio intorno, dando liberazione al proprio sentire (una cascata di arpeggi da ascoltare a ripetizione). “Waiting On The End Of The World” suona come una sua title track di successo (potrebbe essere associata al periodo di ‘Human Touch’ o ‘Street Of Philadelphia’), persiste l’hip-hop e Bruce si dedica al concetto di malattia impersonificato da un amore. Una di quelle tracce che, per l’armonia che genera, potrebbe circolare in aria senza parole. Musica d’atmosfera e dal messaggio immediato la resofonica “Faithless”; un po’ country, un po’ gospel; come un post-it lasciato apposta per te (dopo una preghiera). Con “All God’s Children” Bruce gioca con la musica, con i rumori (tamburello e altri stratagemmi), e nei toni vocali richiama Tom Waits: è forte il coinvolgimento emotivo. Diventa atemporale in “Repo Man” e sfodera un energico rockabilly, surf rock, ispirandosi ai primi versi di Johnny Rivers (“Secret Agent Man”, 1966). La canzone “racconto” “Inyo", accompagnata da violino, fa capire che se si vuole approfondire più l’aspetto del cantastorie dedito alle tematiche sociali bisognerebbe ascoltare attentamente il quinto disco del Box Lost Tracks II. La costruzione di un’infrastruttura come l’acquedotto di Los Angeles, nei primi anni del ‘900, ebbe un impatto devastante sui diritti delle popolazioni che vivevano nelle loro riserve. Bruce sperimenta la collaborazione di musicisti mariachi e l’uso di nuovi strumenti. (La suddetta traccia risale al periodo di ‘The Ghost Of Tom Joad’, 1995). E’ un Bruce soft, romantico e malinconico, quello delle tre tracce risalenti al periodo 2010 (tra ‘Working A Dream’, 2009 e ‘Wrecking Ball’, 2012): su una linea di basso deliziosa in “Sunday Love”, con gran classe, veste i panni di un cantante jazz degli anni ’60 (meraviglioso quel suo modo di sottolineare ogni parola); diventa orchestrale, nervoso nelle plettrate, ansimante ed elegante in “High Sierra”, e si fregia di sapore noir misto al pop in “Sunliner”. La compilation termina con il ciclo più vicino al Bruce Springsteen “di massa”, quello più caratterizzato dalle collaborazioni musicali, con la E Street Band (anche se qui non ci suona), dal rock meno introspettivo, volutamente più partecipativo di collaboratori, come l’amico Joe Grushenchy & The Houserockers in “I’m Not Sleeping”.
Questa compilation è una sintesi strutturata dalla Sony Music volta a rappresentare i sette nuovi dischi inediti recuperati di Bruce, Box (9LP/7CD): 1) La Garage Session ’83 (tracce: 1-3); 2) Street Of Philadelphia Sessions (tracce: 4-6); 3) Faithless (tracce: 7-8); 4) Somewhere North Of Nashville (tracce: 9-11); 5) Inyo (tracce: 12-14); 6) Twilight Hours (tracce: 15-17); 7) Perfect World (tracce: 18-20). E’ un disco vario, diversificato, un prodotto economicamente alla portata di tutti, che conferma le miriadi sfaccettature di questo uomo che da oltre 50 anni (dal 1973) ci dedica un pensiero!
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