SAVATAGE
Concertone! È trascorso qualche giorno dalla calata dei Savatage nella città meneghina, ma una cosa è certa, tutti i presenti (locale sold out!) non dimenticheranno l’incredibile show che il gruppo americano ha saputo regalarci. Quante emozioni rivivere i passaggi salienti di una carriera artistica unica, rivedere la sagoma gigante di Jon Oliva, anche solamente tramite schermo, cantare al piano "Believe" ripresa dai magnifici 7 sul palco dell’Alcatraz: doveroso ed immancabile anche il tributo dedicato ai compianti Criss Oliva e Paul O’Neill, due figure fondamentali nella vita dei Savatage. Negli anni ho assistito a parecchi concerti all’Alcatraz, ma a memoria, non ricordo un’altra band con un impatto sonoro così impressionante, per potenza e nitidezza, un’onda sonora che ha travolto e coinvolto ogni fortunato/a presente. Il tour mondiale è iniziato il 23 aprile con il Monster Of Rock di San Paulo in Brasile, per poi atterrare in Europa con il ‘Madness Reigns Europe’ battezzato con la prima data in Olanda per finalmente arrivare a Milano nel ruolo di headliner, per l’occasione accompagnati dagli Induction. Lo spettacolo è frutto di una band oliatissima, precisa in modo quasi maniacale, presa per mano da un frontman di assoluto valore come Zachary Stevens: autore di una performance vocale notevole, sempre potente ed intonato come pochi vocalist metal possono permettersi.
Dall’intro "The Ocean", seguita a ruota da "Welcome", "Jesus Saves" e "Sirens", sono tre brani che rappresentano l’ampio spettro musicale in dote al gruppo originario di Tarpon Springs in Florida: l’heavy metal primordiale di "Sirens" si è evoluto nel tempo fino a raggiungere vette altissime con il metal orchestrale di "Jesus Saves" e "Welcome". Mostruosa la versione di "This Is The Time (1990)", estratta dal concept ‘Dead Winter Dead’, dal quale verranno presi altri quattro brani tra cui la magistrale title track, album che ha rilanciato la carriera dei nostri in modo inaspettato: la canzone è ricca di pathos e resa magnifica dai bellissimi intrecci vocali che hanno letteralmente trascinato tutto il pubblico. Per il sottoscritto particolarmente affezionato al primo periodo dei Savatage, "Strange Wings" è stato un colpo al cuore, l’ho sempre adorata per il suo stile classico e melodico; è una delle tante perle incastonate nel monumentale disco ‘Hall Of The Mountain King’, brano che chiuderà il set in maniera muscolare, ma regale. Lo show raggiunge il suo picco emotivo con l’accoppiata "Handful Of Rain"/"Chance", entrambe riprese dall’album del 1994 ‘Handful Of Rain’, registrato in memoria di Criss Oliva scomparso tragicamente l’anno precedente: se la title track è avvolta da un velo melanconico, "Chance" è un diamante di metal progressivo che fa vibrare le mura dell’Alcatraz durante gli articolati intrecci vocali da brividi.
"Gutter Ballet", sia la canzone, sia l’album, rappresentarono la svolta artistica per i fratelli Oliva grazie alla profonda influenza che ha avuto la musica classica in Jon: negli anni è diventata un irrinunciabile classico del repertorio. Idem dicasi per "Edge Of Thorns", estratta dall’omonimo album in cui debuttò proprio Stevens, che portò i Savatage a suonare a Milano nello storico locale Rolling Stones: nel primo bis ruba la scena "Power Of The Night", uno dei super classici del metal americano che ha letteralmente fatto esplodere tutto il pubblico. E’ stato un concerto memorabile, un evento per chi ha avuto la fortuna di esserci e che un giorno potrà raccontare chi erano i Savatage sul palco. Un plauso anche al gruppo di supporto degli Induction, di origine Ceca, ma che tra le proprie file conta il chitarrista tedesco Tim Hansen, figlio del noto Kai Hansen (Gamma Ray/Helloween), e l’italianissimo Gabriele Gozzi, cantante e perfomer di talento, che ha saputo tenere benissimo il palco. Capita molto di rado, ma gli Induction hanno goduto di un buonissimo impatto sonoro, nonostante il ruolo d’apertura che hanno sfruttato per lanciarsi in un set intriso di power metal europeo, lasciando spazio anche alla notissima ‘The Final Countdown’ griffata Europe. Serata indimenticabile.

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