MELVINS

Più che un concerto un happening per chi ormai ha superato il mezzo secolo di età da un pezzo, ed un ritrovo degli aficionados della Roma abituata a suoni pesanti; molti i volti noti (band o assidui frequentatori del giro metal capitolino) che hanno riempito in lungo ed in largo la capienza del locale il 30 luglio scorso. Ammetto di essere andato al concerto a scatola chiusa; della sterminata discografia degli americani conosco pochi lavori, e sinceramente non mi stuzzicava ascoltare quelle sonorità lente e reiterate fino allo spasimo. Invece la curiosità mi ha spinto a provarci e mi sono ritrovato di fronte ad una band in grande spolvero.

King Buzzo (chitarrista - vestito con un abito pieno di occhi, ti facevano sentire osservato anche se dava le spalle al pubblico; parimenti abbigliato il lungocrinito bassista nonchè membro dei Redd Kross - ai quali non abbiamo potuto assistere causa imprevisto), dall'alto dei suoi oltre 60 anni non ha risparmiato una goccia di sudore e trasporto, sparandoci in faccia: grunge, posthardcore, doom, stoner, rock duro, sludge, il tutto supportato da doppia batteria, quattro voci (persino i batteristi cantavano), chitarra e basso: un energia trascinante che da gente che di quell’età non ci saremmo aspettati. Talmente trasversale la loro influenza che sembrava di ascoltare diverse band da un brano all'altro: dai Neurosis ai Black Sabbath, dagli Helmet ai Crowbar. Impeccabili.

Si ringrazia Giovanna Onofri di Extra Music Magazine per la gentile concessione delle foto.