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IRON MAIDEN

Serata indimenticabile per i quarantamila accorsi a Padova per il "Run For Your Lives", tour degli Iron Maiden per celebrare il mezzo secolo di attività. Scaletta, stato di forma e location si combinano per dar vita a una serata mozzafiato. Quasi 20 anni dall'ultima apparizione del sestetto inglese in uno stadio italiano (correva l'anno 2007 con "A Matter of the Beast Summer Tour"), e passare dalla scaletta di allora con "Brighter Then A Thousand Sun" o "These Colors Don't Run" a quella dell'Euganeo con "Powerslave" e "Killers" ammetto che possa fare un certo effetto, ma andiamo con ordine. L'apertura della serata è affidata agli svedesi Avatar, che con sonorità heavy moderne catturano subito le orecchie del pubblico. Il funambolico frontman intrattiene la venue con una grande presenza scenica ed empatia. Poco meno di una decina di brani conditi da folte teste rotanti in headbanging interminabili caricano il pubblico dell'Euganeo già sollevato per i primi raggi di sole sopraggiunti da tutto il pomeriggio. Un'oretta scarsa in cui Johannes Eckerström mette in mostra le sue doti canore, e con gran teatralità dà il via a una serata scoppiettante. Giusto per le 20.50 parte l'intro di "Doctor Doctor", si serrano le file nel prato e si alzano i numerosi presenti sugli spalti: inizia lo show. I primi quattro brani in scaletta lasciano a bocca aperta, vecchie chicche che mancavano da diversi lustri ormai, tirate a lucido ed eseguite con un'energia travolgente. Estrapolati dai primi due capolavori di Steve Harris e soci, "Murders in the Rue Morgue", "Wrathchild", "Killers" e "Phantom of the Opera" omaggiano l'epoca del compianto Paul di Anno, punzecchiando la fantasia su quale potesse essere il proseguo della scaletta. Lo stato di grazia della band è sotto gli occhi di tutti: Bruce è teatrale e scenografico oltre ad essere un vocalist che giganteggia ancora alla tenera età di 65 anni. Dave, Adrian e Janick incantano con assoli sempre sbalorditivi, e l'instancabile Steve Harris cavalca le corde del basso come un ragazzino. A partire dall'inizio della tournée il posto di batterista è stato affidato a Simon Dawson, dopo l'uscita di scena di Nicko McBrain per problemi di salute. Dawson è un signor batterista che supporta ritmicamente la causa, e pur non avendo la stessa brillantezza di Nicko è in grado di tener ben saldo il reparto ritmico, muovendosi con una certa destrezza in un brano come "The Rhyme of the Ancient Mariner". Guardando lo show nella sua interezza si nota in un lampo che Simon non è l'unica novità: la scenografia del tour non prevede più aerei della Seconda Guerra Mondiale che planano sul palco, o battaglie a colpi di pistole e cannoni laser tra Bruce e la mascotte Eddie, bensì in una proiezione quasi cinematografica di ambienti e scenari trasmite il led wall che andavano dall'antico Egitto per "Powerslave" alla vastità del mare aperto descritta da Coleridge. La costante presenza di un sinistro e minaccioso Eddie è stata efficace anche su schermo, la scenografia seppur diversa da come siamo stati abituati negli ultimi anni ha reso evidente uno sforzo non indifferente su un aspetto in cui forse la band Britannica non ha mai brillato, seppur tra gli affezionati più nostalgici non sia stato del tutto apprezzato. Tornando alla musica, il concerto procede con un mix di brani estrapolati da otto album differenti, eseguiti con un piglio sconcertante per essere un gruppo che festeggia i 50 anni di carriera. Non sono solamente le immortali "The Number of the Beast", "The Trooper ", "Fear of the Dark" a infuocare il pubblico, ma anche brani più ricercati come "Seventh Son of a Seventh Son". Ogni canzone è accompagnata da boati del pubblico con un encore chiamato a gran voce. La chiusura è affidata ancora una volta a "Wasted Years", mettendo fine a un concerto straordinario. Tralasciando l'aspetto economico di biglietti, cibo e bevande e qualche suono poco curato, la serata è stata spettacolare, non ricordo dei Maiden così imponenti da che ho memoria. Un repertorio lungo 50 anni ha bisogno di essere maneggiato con cura, attenzione; Bruce e compagni ti travolgono, ipnotizzano e schiantano a terra, ricordandoti che dietro quei sorrisi da pensionati bonaccioni si nasconde la miglior band del pianeta.

SETLIST
Intro: Doctor Doctor 
The Ides Of March
Murders In The Rue Morgue
Wrathchild
Killers
Phantom Of The Opera
The Number Of The Beast
The Clairvoyant
Powerslave
2 Minutes To Midnight
Rime Of The Ancient Mariner
Run To The Hills
Seventh Son Of A Seventh Son
The Trooper
Hallowed Be Thy Name
Iron Maiden

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