IDLE HEIRS: Life Is Violence

Post Metal traditore quello proposto dagli Idle Heirs; parte mellifluo, tranquillo, con chitarre placide ed acustiche e proprio quando ti sei rilassato (quando meno te l’aspetti) parte una mazzata tra capo e collo che ti traumatizza, ti asfalta con un sound a metà tra Amenra ed i The Moth Gatherer. Gli americani sono un progetto di Sean Ingram (vocalist dei Coalesce) e di Josh Barber produttore che ha contribuito alla realizzazione di svariate band (tra le quali Colossus, The Devil Wears Prada e Poster Boy). La forza trascinante del disco si manifesta in due punti principali: una produzione monstre che dona al sound dirompenza ed esplosività, e la voce di Sean, una forza esecrante, come una catarsi dai mali che ci affliggono; le urla sono funzionali a scrollarseli di dosso. Registrato in soli sette giorni nel deserto ghiacciato della norvegia, dove i due membri, coadiuvati da collaboratori, si sono chiusi per dare totale sfogo e libera creatività, senza pressioni, alla realizzazione dell’opera che verte liricamente sull’influenza dei genitori sui figli e di come questa, nel bene e nel male, può essere interrotta. Chitarre urticanti e pesantissime aggiungono il resto. Una spruzzata di Tool in “Dead Ringer” e Nine Inch Nails in “Loose Tooth” che non guasta mai. Catartici.