GLENN HUGHES: Chosen
data
06/09/2025Glenn Hughes è un musicista molto impegnato in svariati progetti, non ultimi i Dead Daisies oltre ai Black Country Communion, ma dopo un lungo periodo di stop di nove anni ha ripreso in mano anche la sua carriera da solista, registrando l’imminente ‘Chosen’. Un album che risente moltissimo del suo antico retaggio musicale ai tempi dei Trapeze, molto apprezzati negli States soprattutto con i dischi ‘Medusa’ e ‘You Are The Music…We’re Just The Band’, quest’ultimo contiene uno dei super classici di Hughes, "Coast To Coast". Sonorità alle quali l’ex Purple è molto legato, che riprese nel 2014 con il progetto California Breed coadiuvato con l’amico di lunga data Jason Bonham, che però deflagrò senza lasciare tracce dietro di sé. Con ‘Chosen’ Hughes ripesca nuovamente quel rock diretto, fatto di ritmiche spezzate funky, ammaliato dalla sua incredibile voce profondamente intinta nel soul e nella black music. Mi fa molto piacere che ad accompagnarlo sia stata confermata la backing band dell’ultimo tour, passato anche per l’Italia con uno spettacolare concerto a Milano, con la quale Hughes ha maturato una tale alchimia e feeling da registrare insieme un album, indirizzato ad un pubblico che conosce bene il suo background musicale. Ascoltando ‘Chosen’ si respira l’aria degli anni ’70, si apprezza una band che suona senza freni inibitori, seguendo istintivamente il carismatico leader che, ovviamente, domina la scena forte di un’estensione vocale infinita. ‘Chosen’ rispetto al precedente ‘Resonate’ è un album più crudo, molto essenziale negli arrangiamenti e per questo potrebbe essere meno appetibile, se non dopo svariati ascolti. "In The Golden", "The Lost People", "Hot Damn Thing" e "Black Cat Moan", tutte tracce piazzate a metà percorso, rappresentano a mio avviso i momenti topici di ‘Chosen’.
Commenti